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I sensi segreti delle piante africane - parte 2 - Safari in Kenya | Paka Safaris

I sensi segreti delle piante africane. Parte 2

Ho già parlato dei sensi segreti delle piante e di alcune loro strategie di sopravvivenza in un recente post, ma ci sarebbe molto di più da dire.. l’argomento è stato appena sfiorato..

Ecco infatti che oggi voglio prendere in considerazione altri interessanti aspetti di questo argomento.

Nell’altro post mi riferivo al libro di Daniel Chamowitz: What a plant knows: a field guide to the senses, e ho parlato dell’olfatto e di come le acacie africane comunicano tra di loro usando questo senso per difendersi.

28

AGOSTO 2020

Piante
Africa
Acacia

Ora, un altro ottimo esempio riguardante la comunicazione delle piante tramite l’olfatto è la maturazione dei frutti.  Le piante affrontano molte sfide ambientali e una di queste è la dispersione dei semi. Diverse piante producono frutti che attraggono alcuni tipi di animali, i quali si nutrono di essi. I semi di solito sono ben protetti e attraversano il sistema digestivo senza essere danneggiati, emergendo poi con una buona dose di fertilizzante lontano dalla pianta materna. Se un albero “scegliesse” le scimmie come veicoli disseminanti, dovrebbe allora produrre frutti maturi per l’intero branco, il che significa che i frutti dovranno maturare tutti nello stesso momento. Questa maturazione è indotta da un agente chimico chiamato etilene che viene prodotto dal frutto stesso.

Probabilmente saprete già che, se volete che una mela maturi velocemente, sarà sufficiente metterla in una borsa con una banana già matura, per esempio. La mela “annuserà” l’etilene prodotto dalla banana e riceverà l’impulso di maturare.

Saimiri o Squirrel monkey (Saimiri sciureus) – America centrale e Meridionale

Bonobo (Pan paniscus) o scimpanzè pigmeo  Congo

Un’altro esempio interessante di come le piante comunicano utilizzando il senso dell’olfatto si trova in una loro strategia difensiva. Ho già trattato questo argomento in un altro post, parlando di come le acacie si difendano dagli erbivori.

Ma cosa succederebbe se il predatore non fosse un mammifero, ma un batterio o un insetto?

Crisomelide (Chrysomelidae) o Leaf Beetle

Uno studio sui fagioli di lima (Phaseolus lunatus), una pianta di origine andina e mesoamericana, ha rivelato che la pianta reagisce producendo diversi composti chimici a seconda dell’identità del predatore. Se la pianta è attaccata da un batterio essa produce un composto chiamato salicilato di metile (l’estere dell’acido salicilico e del metanolo), il quale stimola una reazione di difesa specifica. Se invece si tratta di un mammifero erbivoro, la pianta produce jasmonato di metile (lo stesso composto che le acacie producono per innalzare i livelli di tannini nelle foglie). E nel caso la pianta sia attaccata da un insetto, come gli afidi o i coleotteri, essa produrrà un altro composto che attrae un tipo di vespe predatrici di quegli insetti.

Non smetterò mai di dire che la natura è meravigliosa!

…Ma non è finita qui!

 

Afide nero della fava (Aphis fabae)

Bruco di Monarca Africana (Danaus chrysippus)

Tutte le piante del genere Asclepias (chiamate anche, in inglese, milkweed) producono un lattice, una sostanza bianca come il latte e appiccicosa, che contiene cardiotonici tossici per molte specie, incluso l’uomo. Il suo nome scientifico deriva da Asclepio, il dio della medicina nella mitologia greca. Questo serve alla pianta per difendersi, ma i bruchi della farfalla Monarca Africana (Danaus chrysippus) si sono evoluti a loro volta e ora sono in grado di alimentarsi di queste piante senza rimanerne uccisi, anzi accumuleranno le tossine nel corpo risultando sgradevoli ai predatori, i quali impareranno la lezione e li eviteranno, preferendo prede più gustose.

Monarca africana (Danaus chrysippus) adulto

Monarca africana (Danaus chrysippus) bruco

Per ultimo, un’altra scoperta affascinante interessa la comunicazione sotterranea delle piante. La maggior parte di esse ha infatti una relazione simbiotica con un speciale tipo di funghi, mycorrhizal mycelia, nel loro sistema radicale. Queste mycelia si propagano attraverso il terreno e aiutano gli alberi nel ricevere i nutrienti di cui hanno bisogno e, allo stesso tempo, ricevono a loro volta gli zuccheri dagli alberi. Queste reti di funghi sono in grado di connettere gli alberi l’uno con l’altro. Ci sono addirittura prove che i funghi prendano i nutrienti dagli alberi in salute per darli a quelli malati o deboli. Il fatto è che, se sono in grado di fare una cosa del genere, allora possono probabilmente anche trasferire segnali di allarme tra le piante.

Questa scoperta comunque è molto recente e la nostra conoscenza è ancora ristretta. Una cosa simile è stata ipotizzata anche nella relazione tra funghi e termiti, anche se non ci sono prove scientifiche a riguardo.

Una cosa però è sicura, .. ci sono un sacco di cose davvero incredibili che accadono là fuori, e non solo in Africa, che noi non possiamo nemmeno vedere o sentire.

Fonti: wikimedia.org, safariguiding.com

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